Ilo dragoncello è un elemento base della cucina francese: non è altro che il famoso estragon e si usa in Francia un po' dappertutto. Gli storici della gastronomia sono concordi sul fatto che fu la Caterina da Siena a portarlo da una nazione all'altra, ma disputano ancora se lo abbiano portato da Siena ad Avignone, quando vi andò per convincere il papa a tornare a Roma, o se invece lo abbia portato da Avignone a Siena (unica provincia dove stranamente si riesce a trovarlo allo stato spontaneo). Resta il fatto che non fu un viaggio del tutto inutile, anche se il papa restò ad Avignone. Tom Stobart, ufficiale dell'Impero britannico, grande fotografo e viaggiatore, ma soprattutto gastronomo insigne, in un libro dedicato alle erbe aromatiche dedica alcune pagine al dragoncello, ricordando che è essenziale per la salsa béarnaise, per molti piatti della cucina francese, dal poulet à l'estragon alle oeufs en galée; fa parte delle erbette miste per le omelette raffinate, è un ingrediente prezioso per molte salse, zuppe, sughi, soufflé, va con la sogliola, le uova, le insalate. Ha un'aroma indefinibile, delicato ma fragrante, si insinua nelle vivande con la cottura e quindi va dosato con discernimento. Riesce a dare un tono importante a molti cibi piuttosto comuni. Ideale per chi deve rispettare un regime dietetico con poco sale, perché dà ai cibi un sapore stimolante.