L'uso dell'incenso. da tempo immemorabile, fa parte della cultura di molte popolazioni tanto in Oriente che in Occidente. E' nota da secoli l'influenza che la fumigazione dei profumi può avere per rilassare i nervi, facilitare la concentrazione e creare un'atmosfera armoniosa.
Oggi esistono vari tipi di incenso e molte forme per utilizzarlo. Più frequentemente si usano bastoncini di incenso profumato, prodotti in India: si accendono, poi si spegne subito la fiammella e il bastoncino continua a disegnare i suoi arabeschi di fumo, a "scrivere nell'aria" come si legge su un antico libro indiano. L'abitudine di usare l'incenso anche in casa si è molto diffusa in questi ultimi anni. A prima vista può sembrare una stranezza, ma tutto appare strano se non è abituale: nessuno si meraviglia se un sacerdote diffonde incenso durante un rito religioso abbigliato nei suoi parametri, mentre può sembrare strano leggere sui fogli ingialliti di un vecchio manuale il consiglio a bruciare incensi nella propria stanza indossando una comoda tunica.
L'uso classico dell'incenso è quello che si fa bruciando i granelli originali. Ricorderemo che l'incenso è una resina che si ottiene dalla secrezione della corteccia di alcune piante, e ne esistono vari tipi e qualità. In Oriente, dove esiste un vero e proprio culto dell'incenso, si distinguono decine di tipi secondo la pianta da cui viene raccolto
e la zona. Ogni tipo è poi considerato più adatto per un certo uso: esiste l'incenso che rilassa e quello che facilita la concentrazione mentale; l'incenso che purifica e quello che dona vigore.
Interessante è l'arte di mescolare granelli d'incenso con altre sostanze, per ottenere risultati particolari. A questo proposito esistono volumi interi che illustrano le tecniche da seguire. In India si dedicano alla fumigazione degli incensi rituali molto complicarti, ma lo scopo fondamentale è sempre quello di ottenere il massimo stato di concentrazione e di rilassamento. Per noi occidentali tutto questo può sembrare eccessivo, perché non abbiamo la predisposizione degli orientali a concentrarsi e isolarsi dai problemi contingenti, ma lo studio di questa tecnica può essere comunque affascinante.
L'altra funzione più diffusa dell'incenso è quella purificante. Ancora oggi in varie regioni del mondo e anche in Italia, si usa combattere il malocchio con formule magiche e fumigazioni di incenso. A Napoli c'è ancora l' "incensatore", che è diventato un personaggio più legato al folklore che alla magia, e gira per strade e negozi per liberare dalle influenze negative merci e persone. Potrebbe sembrare una tecnica dei marketing un po' superata se non fosse diffusa anche in Giappone, dove vengono sottoposti a fumigazioni d'incenso i laboratori che producono componenti elettronici.
Il sistema più semplice per bruciare incensi è quello di usare bastoncini in legno di cedro che sono stati immersi nella parte superiore in una miscela profumata. Occorre un portastik che serve per infilare il bastoncino e raccogliere la cenere. Si accende il bastoncino, poi si spegne subito la fiammella e il bastoncino continua a fumare, disegnando arabeschi ai quali gli esperti sanno trovare significati particolari. La luce dovrà essere bassa, l'ambiente tranquillo, il telefono staccato. Ci potrà essere un po' di musica in sottofondo, ma a basso volume.
Il sistema tradizionale prevede l'uso di un bruciaincensi costituito da una ciotola generalmente in pietra dura lavorata a mano, con un coperchio traforato per lasciar uscire il fumo. Per bruciare l'incenso in questo modo è indispensabile usare dischetti di carboncino che si mettono sul fondo dell'incensiere, poi si riempiono con un cucchiaino circa di incenso. Fatto questo, con un fiammifero si accende il carboncino, che a sua volta trasmette il calore della miscela e fa partire la fumigazione.
Quello di bruciare i granelli d'incenso originali, mescolati ad altre resine, olii balsamici, erbe aromatiche e minuscole scaglie di legni pregiati, è il metodo tradizionale ed è quello su cui si basa tutto il cerimoniale liturgico sul quale sono stati scritti grossi volumi e che trova dei riscontri anche con le teorie scientifiche sull'uso terapeutico degli aromi ormai riconosciute anche dalla nostra scienza ufficiale. Nel passato si attribuivano agli incensi anche molte proprietà terapeutiche, e questo è dovuto al fatto che il fumo veniva considerato come un elemento purificatore che scacciava il maleficio. Ancora oggi, soprattutto in Germania, l'incenso viene considerato come un afrodisiaco, e la spiegazione è stata trovata in una recente ricerca universitaria: poiché l'istinto sessuale viene frenato dagli effetti dello stress, l'azione tranquillante dell'incenso può avere in modo indiretto un effetto positivo liberando la nostra mente dal freno dei problemi quotidiani che bloccano la nostra fantasia.
Esistono altri metodi più semplici per bruciare l'incenso. Il più comune è quello dei conetti, ricavati dalla mescolanza di polvere di incenso con altre rese imbevute di estratti profumati: si usano soprattutto sandalo, rosa, gelsomino, cannella, ambra spezie. Il risultato principale resta quello di profumare l'ambiente con sostanze naturali, scelte fra le più gradite. L'effetto è piacevole, ma si perde un po' della magica influenza che l'uso dell'incenso provoca con il suo profumo e con quella "magia minima" che impone con la sua liturgia. I concetti si appoggiano su un piattino (ne esistono di tutti i tipi, anche di pregiati legni intarsiati e soprattutto di porcellana dipinta a mano) si accendono in cima e poi si consumano emettendo leggeri disegni di fumo nell'aria.
L'incenso tradizionale è una resina bianco-giallastra che si presenta in granelli o in "lacrime" di maggiore consistenza, larghe anche più di un centimetro. Quello originale dsi produce nelle regioni orientali dell'Africa.
La mirra è una resina ottenuta dalla secrezione di piante che crescono in Arabia e in Africa Nord-occidentale, si presenta sotto forma di granelli giallo-rossastri- Mescolata all'incenso costituisce la base delle formule più usate, ma può essere bruciata anche da sola. Gli antichi gli attribuivano in particolare proprietà rilassanti. Dalla mirra si estraeva anche un olio usato per massaggiare il corpo.
All'incenso e alla mirra vengono aggiunte altre sostanze per comporre miscele diverse, secondo formule spesso antichissime. Ne ricorderemo alcune: il benzoino, gocce resinose con un profumo vanigliato, prodotto soprattutto in Siam e nell'isola di Sumatra, il legno di sandalo, ottenuto da scaglie molto piccole della corteccia di una delle piante più pregiate che crescono soprattutto in India, e dalla quale si estrae anche la pregiata essenza che costituisce la base di alcuni fra i più famosi profumi del mondo, il muschio bianco, che cresce sulla corteccia degli alberi. Nelle formule si trovano anche foglie di eucaliptus, chiodi di garofano, cannella, radice di ireos, aghi di pino polverizzati, bacche di ginepro, legno di cedro, radici di vetiver.
Naturalmente non ci sono mai prodotti chimici, ed anche i carboncini sono di origine vegetale e vengono prodotti secondo regole ben precise.
L'altra funzione più diffusa dell'incenso è quella purificante. Ancora oggi in varie regioni del mondo e anche in Italia, si usa combattere il malocchio con formule magiche e fumigazioni di incenso. A Napoli c'è ancora l' "incensatore", che è diventato un personaggio più legato al folklore che alla magia, e gira per strade e negozi per liberare dalle influenze negative merci e persone. Potrebbe sembrare una tecnica dei marketing un po' superata se non fosse diffusa anche in Giappone, dove vengono sottoposti a fumigazioni d'incenso i laboratori che producono componenti elettronici.
Il sistema più semplice per bruciare incensi è quello di usare bastoncini in legno di cedro che sono stati immersi nella parte superiore in una miscela profumata. Occorre un portastik che serve per infilare il bastoncino e raccogliere la cenere. Si accende il bastoncino, poi si spegne subito la fiammella e il bastoncino continua a fumare, disegnando arabeschi ai quali gli esperti sanno trovare significati particolari. La luce dovrà essere bassa, l'ambiente tranquillo, il telefono staccato. Ci potrà essere un po' di musica in sottofondo, ma a basso volume.
Il sistema tradizionale prevede l'uso di un bruciaincensi costituito da una ciotola generalmente in pietra dura lavorata a mano, con un coperchio traforato per lasciar uscire il fumo. Per bruciare l'incenso in questo modo è indispensabile usare dischetti di carboncino che si mettono sul fondo dell'incensiere, poi si riempiono con un cucchiaino circa di incenso. Fatto questo, con un fiammifero si accende il carboncino, che a sua volta trasmette il calore della miscela e fa partire la fumigazione.
Quello di bruciare i granelli d'incenso originali, mescolati ad altre resine, olii balsamici, erbe aromatiche e minuscole scaglie di legni pregiati, è il metodo tradizionale ed è quello su cui si basa tutto il cerimoniale liturgico sul quale sono stati scritti grossi volumi e che trova dei riscontri anche con le teorie scientifiche sull'uso terapeutico degli aromi ormai riconosciute anche dalla nostra scienza ufficiale. Nel passato si attribuivano agli incensi anche molte proprietà terapeutiche, e questo è dovuto al fatto che il fumo veniva considerato come un elemento purificatore che scacciava il maleficio. Ancora oggi, soprattutto in Germania, l'incenso viene considerato come un afrodisiaco, e la spiegazione è stata trovata in una recente ricerca universitaria: poiché l'istinto sessuale viene frenato dagli effetti dello stress, l'azione tranquillante dell'incenso può avere in modo indiretto un effetto positivo liberando la nostra mente dal freno dei problemi quotidiani che bloccano la nostra fantasia.
Esistono altri metodi più semplici per bruciare l'incenso. Il più comune è quello dei conetti, ricavati dalla mescolanza di polvere di incenso con altre rese imbevute di estratti profumati: si usano soprattutto sandalo, rosa, gelsomino, cannella, ambra spezie. Il risultato principale resta quello di profumare l'ambiente con sostanze naturali, scelte fra le più gradite. L'effetto è piacevole, ma si perde un po' della magica influenza che l'uso dell'incenso provoca con il suo profumo e con quella "magia minima" che impone con la sua liturgia. I concetti si appoggiano su un piattino (ne esistono di tutti i tipi, anche di pregiati legni intarsiati e soprattutto di porcellana dipinta a mano) si accendono in cima e poi si consumano emettendo leggeri disegni di fumo nell'aria.
L'incenso tradizionale è una resina bianco-giallastra che si presenta in granelli o in "lacrime" di maggiore consistenza, larghe anche più di un centimetro. Quello originale dsi produce nelle regioni orientali dell'Africa.
La mirra è una resina ottenuta dalla secrezione di piante che crescono in Arabia e in Africa Nord-occidentale, si presenta sotto forma di granelli giallo-rossastri- Mescolata all'incenso costituisce la base delle formule più usate, ma può essere bruciata anche da sola. Gli antichi gli attribuivano in particolare proprietà rilassanti. Dalla mirra si estraeva anche un olio usato per massaggiare il corpo.
All'incenso e alla mirra vengono aggiunte altre sostanze per comporre miscele diverse, secondo formule spesso antichissime. Ne ricorderemo alcune: il benzoino, gocce resinose con un profumo vanigliato, prodotto soprattutto in Siam e nell'isola di Sumatra, il legno di sandalo, ottenuto da scaglie molto piccole della corteccia di una delle piante più pregiate che crescono soprattutto in India, e dalla quale si estrae anche la pregiata essenza che costituisce la base di alcuni fra i più famosi profumi del mondo, il muschio bianco, che cresce sulla corteccia degli alberi. Nelle formule si trovano anche foglie di eucaliptus, chiodi di garofano, cannella, radice di ireos, aghi di pino polverizzati, bacche di ginepro, legno di cedro, radici di vetiver.
Naturalmente non ci sono mai prodotti chimici, ed anche i carboncini sono di origine vegetale e vengono prodotti secondo regole ben precise.